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Autotrapianto capelli. I vantaggi della tecnica FUE

Chiome selvagge, movimentate, dall’allure ascetica, lunghe a ritmo di rockstar, o corte e scolpite, con ciuffo pigro dal piglio dandy, style finto spettinato, look vissuto, finishing spray leggermente lucido. L’estetica maschile è fortemente segnata dai capelli. Il fascino dell’uomo con la chioma folta non conosce rivali. I preferiti? I più belli di tutti i tempi. David Backham, tra i simboli indiscussi della bellezza maschile contemporanea, Chris Hemsworth, Thor il dio del tuono, Ashton Kutcher, lo Steve Jobs nel biopic di Joshua Michael Stern, Jason Momoa, l’hawaiano con sguardo seducente, fisico da urlo e chioma fluente eletto uomo più bello del mondo… Rockstar, attori e vip di ogni genere puntano i riflettori sulla propria testa. I capelli non hanno mai perso un grammo di fascino, accendono l’immaginario femminile, riaffermano il codice estetico di una visione eterna. Ma se la capacità maschile di attrarre e di piacere a se stessi parte dalla chioma, come fare a mantenere dei bei capelli quando la genetica condanna a perderli? Quando il grado di diradamento o di calvizie è importante, e non è più il tempo di ricorrere a terapie di supporto come il PRP o altri rimedi alternativi che in fase avanzata di alopecia androgenetica risultano inefficaci, l’intervento chirurgico è l’unica soluzione possibile.

Dr.ssa Maria Stella Tarico: “L’autotrapianto dei capelli con tecnica FUE (Follicular Unit Extraction) prevede l’estrazione delle singole unità follicolari, prelevabili dalle aree più folte del cuoio capelluto, ed il trapianto delle stesse nelle aree diradate, con alta percentuale di attecchimento e ricrescita, ed in assenza di lunghe cicatrici visibili come invece accade con altre tecniche. Per ridurre le aree glabre e rinfoltirle in modo importante basta a volte una sola seduta, ma se l’area donatrice non dovesse garantire un alto numero di unità follicolari, allora saranno necessarie più sedute”.

L’autotrapianto dei capelli, se realizzato da chirurghi specializzati, fra master class chirurgici, workshop di aggiornamento ed esperienza, riscrive la sintassi di una nuova estetica maschile. Un trend imperante: gli uomini che non si rassegnano a diventare calvi, con età fra i 20 e i 60 anni, sono sempre di più. Ma come si manterranno in salute le nuove chiome?

“Dopo l’intervento le aree glabre saranno rinfoltite. Trattandosi di capelli vivi e veri, dello stesso paziente, non c’è rischio di rigetto, e potranno essere sottoposti a normali cure di beauty routine, come taglio o shampoo. Per il mantenimento dei risultati nel tempo seguiranno delle terapie mediche mirate, che accompagneranno il paziente nel percorso di arresto o di rallentamento dell’alopecia androgenetica”.

Un’accurata visita medica consentirà al chirurgo di stabilire se investire su trattamenti “densifique”, cioè attivatori di stabilità capillare che possano riattivare le cellule staminali dei bulbi, in grado di risvegliare le cellule dormienti e di migliorare l’indebolimento dello stelo. Ma in caso di assenza di bulbi piliferi, la vera soluzione è l’autotrapianto, la migliore strategia di correzione della calvizie in termini di longevità, densità e prevedibilità degli esiti. L’intervento non è doloroso, l’anestesia locale. FUE, una tecnica perfezionata, per un migliore risultato estetico e soprattutto naturale.